Finalmente si parte. E’ da tanto che aspetto con trepidazione questo giorno. Esame finito: l’ansia è scomparsa e al suo posto sono arrivati serenità e divertimento. Oggi segna l’inizio delle mie vacanze. Se non ci fosse stato il Covid, a quest’ora sarei su un aereo per l’Inghilterra, ma il destino ha deciso per me che quest’anno non era il momento giusto. Eccomi così in barca a vela con mio fratello Pippo, il mio babbo e dei nostri amici. E’ incredibile quanto aspetti entusiasta che arrivi un giorno e poi ti sembra impossibile che sia già arrivato. Ma a risvegliarmi dai sogni e a dimostrazione del fatto che è tutto vero ci sono le onde del mare che sbattono contro la barca e il vento che mi spettina i capelli. Oggi si parte per un viaggio alla scoperta delle meravigliose isole d’Elba e Capraia. Questa non è la mia prima esperienza in barca a vela: è ormai da qualche anno che andiamo all’Isola d’Elba. Nonostante questo sono felicissima come la prima volta di tornare a navigare col vento, perché ci sono tanti aspetti della vita marina che mi piacciono. Primo fra tutti è lo stare scalzi: bandite scarpe o ciabatte. I miei piedi potranno godersi un po’ di libertà. Secondo motivo stai tutto il giorno in costume. Terzo e credo anche ultimo motivo, non devi farti la doccia perché stai costantemente nell’acqua. Quest’estate sono libera da ogni obbligo perché ho finito la terza media e non ho nessun compito da svolgere. Devo solo rilassarmi e ricaricare le energie per il prossimo, impegnativo, viaggio: le superiori. Dopo mesi di quarantena è finalmente giunta la mia estate di libertà e passerò tutti i giorni a non preoccuparmi di niente eccetto divertirmi.
Allora eccomi qui, sotto il sole, con un quintale di crema solare spalmata sulla pelle, che ascolto la barca che sbatte contro le onde, mentre, guidata dal nostro skipper Massimo, ci porta all’Isola d’Elba. Ci starebbe bene in sottofondo la canzone Buon viaggio, di Cesare Cremonini. “L’incanto sarà godersi un po’ la strada… Buon viaggio… Non è importante dove, conta solamente andare…”. Questa è pura verità. E’ così che mi godo il viaggio: usando i miei cinque sensi e ascoltando tutto ciò che fa parte del tragitto. Il rumore del motore diminuisce. Trr trrrr trr. La manopola gira per innalzare la vela. Il vento si impossessa di essa e spinge la barca con tutta la sua forza e la sua eleganza. Lo skipper spegne il motore del tutto. La barca si piega. Il vento soffia sempre più forte e imponente: ormai è lui il capitano della barca. Di una piccola barca, piccolissima in confronto al grande oceano su cui naviga. Mi ha sempre impressionato la grandezza del mare. Non si riesce mai a vedere cosa c’è oltre l’orizzonte. Il punto dove il cielo e il mare si incontrano. Il punto dove ogni sera il sole ci saluta per far spazio alla notte e dove ogni mattina riappare con un po’ di speranza per un giorno migliore. A proposito di quando se ne va: il tramonto è il momento più bello di tutta la giornata. I colori si sfumano dal giallo del sole al nero della notte senza luna. C’è una bellissima frase che mi piace tanto: “Vivere è guardare il tramonto con gli occhi di un bambino, cercando ogni volta un colore nuovo”. Significa che vivere è usare gli occhi riempiendoli d’immaginazione. Il tramonto è il momento che preferisco perché, oltre a dare al cielo un aspetto mozzafiato, mi dona idee, pensieri… E’ il mio momento perfetto per scrivere; mi dona tanta ispirazione.
“Una ragazza è stesa a prua ad osservare il panorama che la Natura le dona ogni giorno al tramonto. Sempre diverso e sempre bellissimo. Osserva la terra ferma, ricoperta da tanto verde che purifica l’aria inquinata dandole nuova vita. Il cielo è di un celeste scuro che tra pochi minuti diventerà di un blu intenso e buio come il mare sotto di esso. Lo sguardo della ragazza vola in lontananza, dietro l’isola, dove il sole sta per calare e portare via con sé la luce che ha illuminato quello splendido giorno. Deve sbrigarsi se vuole finire di scrivere il suo diario, perché la luce sta scomparendo sempre più veloce. Il silenzio è occupato dal vento che soffia forte e imponente. I capelli della ragazza svolazzano, come la sua camicia e i teli stesi ad asciugare, che andranno poi tolti per non rischiare che volino via. In sottofondo, sovrastata dal vento, si sente la voce angelica di una mamma che canta la ninna nanna per il suo bambino. Il buio sta invadendo tutto. Quando i piatti saranno lavati e al loro posto, le luci si spegneranno e gli occhi si chiuderanno. È in quel momento che i sogni invaderanno l’aria e la ragazza potrà dormire beatamente fino al sorgere del sole, che porterà con sé nuovi amori, nuove avventure e nuove emozioni. Fino ad allora, la barca dondolerà nell’oceano come una grande culla, mentre, nel buio più totale, le stelle saranno protagoniste della notte”.
Sei del mattino. È la prima volta in tutta la mia vita che mi sveglio così presto di mia volontà. Sono una dormigliona ma stamattina c’era qualcosa che mi attirava. Non so, credo i garriti dei gabbiani. In campagna c’è il gallo, al mare ci sono i gabbiani. Esco dalla cabina in punta di piedi per non svegliare nessuno. Fuori l’aria è frizzantina e tira un vento freddo che mi dà i brividi. I miei denti non riescono a non battere per il freddo. Nonostante ciò rimango seduta a osservare l’alba. È bellissima. Non l’avevo mai vista prima d’ora. L’acqua non è fredda come pensavo. Quasi quasi mi tuffo. Prendo il mio libro e leggo. Non c’è cosa più piacevole che leggere in questo paradiso. O forse sì. Ascoltare musica. Lasciare che le note mi entrino nell’anima e compongano insieme a quel paesaggio una perfetta armonia. La musica riesce a sovrastare tutti i miei pensieri, aiutandomi a godermi quell’atmosfera magica.
Tre del pomeriggio. Fa caldo. Tanto caldo. Troppo caldo. Per fortuna basta che mi tuffo e l’acqua fresca mi restituirà l’energia che questo caldo mi sta sciogliendo. Mi metto ad asciugare sotto il sole e provo a farmi venire qualche idea. Mi torna facile scrivere quando sono sola. Devo essere io e il mondo. Nessun altro deve interferire con il nostro rapporto. Nessuno potrà mai sapere come i miei occhi guardano la vita. Attraverso le mie parole potreste farvi un’idea, ma io racconto solo un pezzo dell’intero puzzle. Comunque la mia mente ormai ha preso il via. Non posso più fermarmi. A volte penso così veloce che la mia mano non riesce a starmi dietro e salta delle parole, così devo rallentare. Ma non posso rallentare. Mi piace la velocità, quando sale l’adrenalina e ti senti libero da tutti i divieti e le regole.
“La ragazza è sdraiata su una tavola che galleggia in una mare cristallino. Con la mano accarezza dolcemente l’acqua salata e fredda. Ridà vitalità e freschezza a tutto il corpo, mentre il sole penetra la sua pelle, riscaldandole anima e corpo. Il vento soffia leggero. Accarezza delicatamente i suoi capelli e soffia via i pensieri che rovinano la tranquillità e la serenità di quel momento. La mente non viaggia; per una volta è ferma in un luogo. Dove dovrebbe andare se tutto quello che cerca è li accanto a lei? Il corpo, abbandonato sulla tavola, si fida del mare e si lascia trasportare dalle onde. Vietati i pensieri negativi in un posto così bello. Il cielo senza nuvole rispecchia la mente libera della ragazza.”
Notte. Stasera dormiamo in rada a Viticcio. La luna non è qui con noi. Non sono triste però, perché le stelle non sono mai state così belle. Un giorno qualcuno mi ha detto che non si può dire di aver visto le stelle finché non le si guarda dal mare aperto. Aveva ragione. Mai viste così lucenti e così tante. Peccato che molti le guardino con in mano un cellulare per vedere, attraverso un’applicazione, le costellazioni e sapere che stelle sono. Da una parte imparo l’astronomia, dall’altra non mi godo l’istante a pieno. E io preferisco sentire l’emozione di vedere quella stella che brilla più di tutte le altre, invece che sapere che quella stella è Giove. Perché di giorno non le potrò vedere e riconoscere, invece se le guardo con gl’occhi e coll’anima, quando il sole le nasconderà dietro la sua luce potente, io mi ricorderò della sensazione che ho provato nel guardarle distesa sotto di esse, così lontana da loro, e aspetterò col cuore gioioso la notte per riprovare quella splendida sensazione.
Ci aspettano tre ore di navigazione per arrivare al porto di Capraia. A farci compagnia arrivano i delfini. Un intero branco voglioso di giocare con noi. Battiamo contro la nave così che vengano più vicini a noi. Due delfini più giocherelloni arrivano a prua e nuotano davanti ai nostri occhi. Animali più belli e divertenti di questi non esistono. È così che, felici di aver incontrato i delfini, arriviamo al piccolo porto di Capraia, dove passeremo la notte. Non ho mai visto un’acqua così pulita in un porto. Scendiamo a terra e col pulmino andiamo al castello. Su un promontorio ci soffermiamo a fare foto e ad ammirare la spettacolare vista che si affaccia sul mare, blu limpido e luccicante grazie ai raggi del sole che si riflettono sull’acqua. Capraia è una cittadina davvero carina con case rosa salmone, giallo limone e bianche e coi fiori che decorano le stradine. Per non farci mancare niente, nemmeno in barca, dal punto di vista culinario, ecco che prepariamo la pizzaaa! Gnam!
È giunto il momento di tornare a casa. Dopo bagni, tanto tanto sole, scarse probabilità di successo nella pesca, ma soprattutto tante risate, anche questa vacanza è giunta al termine. Siamo arrivati al porto di San Vincenzo. Sono un po’ triste che sia finita e che il tempo sia volato, ma dall’altra parte sono felice di tornare alla mia casa dolce casa. Perché, come sempre, dovunque andrò, sarò sempre felice di tornare a casa.
3 risposte su “Viaggio all’Isola d’Elba e Capraia”
Meraviglioso….mi hai fatto sentire parte della tua vacanza….il tuo entusiasmo mi ha contagiato. Sono orgogliosa di te. Bacioni
La mia meravigliosa scrittrice in erba…Sempre entusiasta e appassionata della vita..sempre pronta per nuove avventure..brava continua così..
Mamy💕
Emozionante viverle, ancor più leggerle ❤️